Giorno: 21 ottobre 2014

un sapore tra menta e panna che magari nulla può ma ha un perchè…

Una serata qualunque…forse si forse no, anche perché il vissuto del SoMMo ha sempre un non so che di criptico e sofrologico. In ogni caso, tra cinquine, numeri al lotto e varie chat la riflessione si è impossessata delle mie sinapsi ed ora non c’è più modo di arrestarla, di metter la parola fine con la semplicità delle fiction. Beh, magari perché la finzione è molto più veritiera della realtà, il mondo finto è ormai più forte e quasi invincibile. La realtà nuda e cruda spesso non sa comunicare mentre la finzione lo fa; coi se e coi ma, pur tuttavia lo fa. Ed allora? Non posso che partire stasera dalla scelta di un film…vediamo magari Pfeiffer e Ford vorrebbero loro la platea anche perché mi stanno suggerendo a due voci che le verità sono nascoste e potrebbe esser proprio questa la chiave di volta e svolta serale. No, magari devo preferire un titolo diverso molto più noto e metabolizzato e la scelta non potrebbe che cadere sulle quelle porte della metro che si chiudono o aprono…chissà…

Eh già, destini paralleli, incrociati…luoghi remoti ed ignoti seppur molto ben conosciuti…rivelazioni e choc che abilmente si insinuano nelle intercapedini delle tue certezze e come tarli fastidiosi ti mordicchiano i manuali d’istruzione della vita fino a modificare il lessico portandoti a disperdere anche banali apostrofi, ma aprendoti gli occhi sul fatto che non siano poi così banali se stai leggendo distruzione attorno a te, allorquando poi, penna alla mano e foglio sottostante ti trovi a scarabocchiare sintassi arrovogliate e urticanti.

No così non ha senso, così non si va da nessuna parte. Meglio tacere ed ingoiare: è un sapore amarognolo ma in fondo molto più veritiero al pari delle fiction del dolce ludibrio di succulente prelibatezze che avresti e stai sognando da tempo. Ecco che lì l’ancestrale ricordo della vita da bambino viene riportato alla luce a margine di una chiacchiera tra un pesto ed un vino rosso pugliese…brindisino come è lapalissiano e duale che sia. Duale ma al contempo reale, reale e realistico soprattutto…

No ribadisco: così è delirio deleterio, fulgida pazzia pazzoide e bisogna porre un limite e chiosare in una maniera degna e rispettosa dei valori inalienabili dell’onestà intellettuale e della riservatezza pregna.

Non si può vivere un presente fastellato e frastagliato di rovi spinosi che sono nati nel passato e spaventano il futuro a tal punto da soffocare aspirazioni, forze, energie… non si può fotogrammare la vita in immagini sparute e sperdute né si può sperare di pentagrammarla senza render conto e dar spazio a sintonia, armonia e direttori d’orchestra.

Vi starete chiedendo: ma stasera cosa succede? Gli ostinati Don Chisciotte dell’elucubrazione si sono radunati qui tutt’attorno al SoMMo che tarda a sposare il sonno? Non lo so…credetemi. Stasera cammei, parole e quovadis sembrano sfuggirmi tra suoni e melodie melanconiche, fra trame al limite fra finzione e vivide esperienze di vita vissuta nelle quali la pietra angolare non sembra più collimare ma colliquare.

No. E concludo… non si può far vincere collose atmosfere colliquanti, bisogna smuoversi e smuovere al colloquio chi si è rintanato e vi impedisce di svegliarlo. Bisogna immergersi ma poi superare l’introspezione per risalire la china con un obiettivo unico: captare le vibrazioni che il senso di inadeguatezza che nasce da un certo passato genera e chiedersi il perché la tue sliding doors non ti abbiano permesso di valorizzare tesori che ti sono sfilati sotto il naso senza che tu avessi la capacità di afferrarli in un profondo abbraccio sinestetico…

Solo così i titoli di coda avranno un sapore tra menta e panna che magari nulla può ma ha un perchè…