Il sorriso non costa nulla come diceva Prevert: è così che ho aperto la giornata odierna dopo giorni di immensi stress…
Lo stimolo a farsi attore protagonista nel regno delle bonimie ha saputo ridare anche al sottoscritto un sorriso affievolitosi negli ultimi tempi. A volte, basta una chat, una telefonata, un sogno per poter donare un banale (ma solo all’apparenza in realtà) ristoro. E’ li che monta le tende l’empatia e prendendoti per mano ti conduce nella stanza dei bottoni del viver sereno: una stanza ove giustappunto torni capace di esprimerti, di dire con un registro diverso qualcosa che completi ciò che hai appena sentito, osservato, assaporato…
Del resto, quando tocchi il fondo (o quasi) non è vero che puoi solo risalire, potresti anche scavarti ulteriormente un baratro interminabile ed inarrestabile…per impedire ciò dopo una prima fase statica in cui provi ad adagiarti sul chi e cosa, serve il dinamismo da guerrieri “indifesi” ma coraggiosi e grondanti di affetto riflesso, che ti porta a muoverti verso nuove avventure percorrendo il rischio maniacale delle proprie più intime passioni, affette da una sorta di sindrome da obbrobrio del domicilio.
E’ questa l’amara, ma unica possibile considerazione, di chi è tanto essenziale quanto semplice, ma nonostante tutto affetto dall’impossibilità di esser normale e vaga tra una fase ossessiva dietro l ‘altra senza tuttavia mai perder di vista il traguardo, il suo scopo: cercar di scorgere nel cielo dell’ispirazione un aquilone che possa catturarlo magicamente e trascinarlo nella tracimante simbiosi dell’empatia!
Ed il gesto di immaginarsela che spesso procede anche il pensiero stesso, è il modo più sublimemente evocativo di condividerne le proprietà manipolative e manipolatrici (al tempo stesso), ove di casuale non vi è niente ma pur tuttavia occorre sempre prestare molta ma molta attenzione per non incorrere nell’errore funesto di giudicare il “libro” dalla copertina…
Ma allora, quovadis? Se devo andare da A a B potrei optare per mille strategie diverse. Privilegiare scelte tali che si tirino pietre e ti tornino indietro rose potrebbe esser considerata la vera anabasi risolutiva, oppure si potrebbe auspicare di far coincidere e collimare perfettamente passione e lavoro per non porre limiti al meglio…
ma torniamo invece alla bonimia d’ouverture ed ergiamola ad indiscussa campionessa della coniugazione serena e gioiosa di tante realtà in uno status apparente di trance in cui è facile sentirsi (quasi) una divinità a metà.
Ecco, è qui che nasce e si esprime quello che la fanciulla Musa ha saputo (ri)-evocare in me: il pensiero laterale che in maniera geniale ci porta a raggiungere vittorie cadmee!