In questi giorni, mentre fai aperitivi via web, inforni una pizza o parli semplicemente al telefono, in tanti mi stanno chiedendo se sia peggio di Marzo-Aprile. Ovviamente, sarebbe facile speculare e dirigersi verso titoloni a 9 colonne, ma tale stile non mi appartiene e spero mai mi apparterrà.
Perché se hai certi ruoli, anche e specie sociali, generare panico trasferendo le tue paure o manie di protagonismo sugli altri è sciacallaggio puro e per giunta di bassa lega. E per di più è davvero una sconfitta lasciare che sia il mondo esterno a definirci, anziché definire Noi i contorni di un mondo migliore.
Un mondo migliore con le sembianze della luce, una luce speciale che si impadronisca dei nostri occhi e ci illumini la strada: prima un granello di sabbia, poi un guscio, entrambi da conquistare nella speranza di un mito futuro che prenda forma.
Eppure, la paura, acerrima nemica di questa luce, muove talmente tante cose nella vita. Di ognuno di Noi.
Niente è facile e scontato. E spesso, si ha come l’impressione che basti un colpo di vento a portarti via. Di colpo, ti senti solo e hai freddo come se fossi uno sventurato animale costretto a starsene chiuso nella gabbia di uno zoo, invece che nella foresta sconfinata, pura e libera. Un legame sentimentale su cui avevi investito molto e sul quale avevi apposto tanti dei tuoi appigli del quotidiano non c’è più: ti ha inesorabilmente voltato le spalle rendendo ancor più cinico e gelido ciò che avevi capito da tempo…
Vorresti parlare, sbraitare ma a che pro? In fondo, hai altro a cui pensare e per cui angustiarti: c’è quel minuscolo RNA chiamato covid e puoi sfogare le ansie negli atteggiamenti dell’odierna melassa nichilista, no?
No. Non Tu quantomeno.
Tu che riconosci in anticipo il sentimento come chi scorga, dal solo modo di impugnare la racchetta rigorosamente prima di un match, la tennista in grado di togliere il feltro dalle palline, non puoi abdicare sentendoti sazio e senza stimoli di miglioramento futuri.
Ci basta invece una visione. Una visione del momento e della vita che è commistione emotiva fra le nostre idee di lungo termine.
Ed allora provi ad instaurare un rinnovato legame, anche solo simbolico e telepatico, con ogni molecola del DNA di chi sa farti stare bene…
Storie. Storie di sacrifici, di successi, di uomini e donne eccezionali, grandi imprese alle volte improbabili, legami indissolubili che si costruiscono e si ricreano per condivisione, attrazione, affinità, voglia di raggiungere insieme degli obiettivi e magari superarli, storie di corsia ma non solo, storie da brivido.
Per scriverle bisogna conoscerle, viverle, amarle, lasciando però che a raccontarle, anche non a voce ma soltanto con piccoli gesti, siano i protagonisti, perché la passione più profonda non richiede un palcoscenico grandioso per recitare la sua…di parte!
Cicatrici…
Segno che è stata dura.Sorrisi…
Segno che ce l’abbiamo fatta. Affamati di vita!