Come negli ultimi martedì, la vita, con le sue suggestioni marmoree mi sta regalando sentieri di conoscenza che vanno a coabitare con quanto di saggezza io abbia già maturato negli ultimi anni.
Pertanto, se decidessi di scrivere sulla scia di ciò, un nuovo romanzo, ci sarebbero comunque a buon bisogno i sorrisi nascosti, ma lancerei magari anche una futura serie tormentone Skyoriginal ed il titolo sarebbe non Un Estate fa ma Sentieri di vita (di martedì).
Certo, avrei tanto voluto scriverla diversamente la fine di questa bella serie Sky appena citata immersa negli anni 90…
Non mi resta dunque che scriverne una nuova.
A parte gli scherzi, anche io sto sognando come Elio e ho vissuto nelle ultime mie notti dei dialoghi con una Musa che con gli anni 90 ha poco a che fare.
Il primo di essi si è svolto nel bar headquarter del mio amico fraterno Andrew.
Un attimo di tempo breve per definizione ma lunghissimo di percezione la cui sintesi potrebbe essere:
Alcune donne sono un enigma, altre la soluzione!
A lei ho poi fatto capire cosa le donne apprezzino di più di me.
Ovverosia, il fatto che non debbano fingere di esser felici per trascorrere con me del tempo. Modi di agire e di abitare la vita, ma fortemente tutelanti le nostre periferie esistenziali.
Ci sono tappe nella vita che assomigliano molto ad appuntamenti col destino e ci sono persone che si presentano a quegli appuntamenti per raccogliere sfide lanciate da altri prima di loro o prendere testimoni che mai avrebbero pensato di dover afferrare. Ma raccolto il testimone e fissata la direzione non resta che tuffarsi verso il traguardo con la testa e col cuore.
Lei, di una bellezza stordente in virtù di sguardo intenso, occhi profondi, ma soprattutto atteggiamento.
Io ancora una volta masnadiere di quella vita scandita al centesimo nel bene e nel male.
Occhi negli occhi.
Respiro per respiro.
Sorriso su sorriso.
Lei, che da molti veniva identificata come superficiale nel crocevia universale a cui sono sottoposte le anime pure che fuggono invece da purismi e puritani del quartierino.
Lei che però mi confessava la sua capacità di sentire il sussurro dell’universo con l’umiltà di sapersi costruire giorno-dopo-giorno. Una semidea per la forza che sprigiona che tuttavia non ha il timore di mostrare la sua “fragilità” ai pochi eletti, a coloro i quali hanno scritto come condizione d’esistenza il loro non voler giudicare a sproposito.
Lei dotata di un meraviglioso unico e solo grado di separazione dalla spontaneità.
Ancora una volta quel realismo magico che altrove non esiste è venuto a bussare alla mia porta: le storie sembrano impossibili finché non le vedi svilupparsi, le scrivi, le leggi.
Fede o Destino? Opterei per Fede e continuiamo a scriverla!

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