Starei a qui a parlare e scrivere per mesi ma sarebbe una mancanza di rispetto verso di Te che sembravi personaggio ma eri molto di più Uomo ed in punta di piedi ed in silenzio te ne sei andato con la Tua estrema riservatezza.
Ora mi diresti “Le dok la pizzaaa” in una delle Tue tante frasi celebri che erano parte del Tuo esser vivificatore sociale e grande maestro di vita.
Sempre sorridente. Sei stato per noi tutti un amico fraterno e per me ed altri giovani anche padre adottivo. Tanti figliocci: il Dok, Lepetit, Francè, Simo e tanti altri che spero ti abbiano dato momenti di gioia e spensieratezza come nel nostro ultimo recente viaggio romano nato perché avevo colto fra le righe un tuo desiderio, in parte sottaciuto, di rivedere nipoti e pro-nipoti.
Ricordo gli aperitivi da Valery, le cene da Julien, Domenicò e Tony, i pranzi in montagna (la tua montagna, i tuoi funghi). Avevi una carica che era una cosa fuori dal normale, altro Tuo tipico intercalare che voglio custodire con me e condividere con gli altri.
Quando abitavo sopra la Tua bottega il Tuo fischio mattutino mentre tiravi su la cler era una musicalità con cui svegliarsi dal tepore notturno ed iniziare la routine dei giorni che rimarranno miei ma anche tuoi, giorni che nella routine accanto a Te divenivano costantemente nuovi perché Tu da tradizionalista non rifuggivi dal nuovo come ad esempio per la tecnologia…whattsup, feisbukk etc. erano diventati tuoi. Magari ti spaventavano un po’ come i voli ed oggi hai vinto pure su quella paura volando in cielo, in Paradiso perché un Uomo con la U maiuscola come Te è lì, un Uomo che alle ingiustizie rispondeva semplicemente ma secco e ieratico, con lo stile della una parola è troppa, due sono poche: “Non funziona così!” – e voltavi pagina asserendo “qual è il problema”.
Tutti ti piangono: la Carla, Tartufon, Zio Frank, Pasqualino, Zio Ric, Dino e così via discorrendo…
Ma devo chiudere e lo faccio ripensando ad una frase di un filosofo che mi ispirò per il blog, una sera dopo uno spumantino con Te: “La volpe ne sa tante, il riccio una sola ma importante”…
in realtà caro Archiloco, caro il mio filosofo: il riccio, di capelli (la Sua amata professione), ne sapeva tantissime e tutte importanti…
Grazie di Tutto Rex! Grazie di Tutto Mario!