Armando per l’ennesima volta “ruba” un sentimento altrui e trascina nel suo racconto di vita due suoi clienti amici…
Non sto parlando della mano de Dios (che ci farebbe tanto comodo in questi giorni per evitarci l’abominio del ’58) ma di una delle tante vittime del sistema che provano a graffiare il tempo e a difendersi da esso principalmente in questo modo. Lui in modo ragionato ma privo di filtri risponde alle curiosità che gli si pongono e sentenzia con sguardo distante ma paterno che sia la notte la sua vera Musa lavorativa…
Milano è la cornice: uno spartito multi-chiave con un copione senza trama ove chiunque può immedesimarcisi. Milano, città viva e sanguigna, che diviene “cittadella” per ognuno di Noi che l’ami e a ciascuno di Noi faccia ascoltare le sue note più intime e spregiudicate.
Ecco allora che il quovadis per una volta sia giunto prima di iniziare a scrivere, sia nato ovvero dall’ascolto di persone semplici e sagge che fiduciose verso il tuo modo d’esser puro abbiano fornito le proprie luccicanze fugaci ma al contempo tenaci.
Ti sembra dunque che il consiglio della signorina seduta di fronte ad Armando sia l’anabasi che cercavi da tempo ed a mo’ di filo segreto che tiene insieme le cose fuoriesca adesso nel disegno (quasi) perfetto. Una sorta di ultimo tassello per il Tuo personale romanzo di formazione che, più e più volte, ha avuto la voglia di chiudere la porta in faccia ad una stagione molto brutta, ma invece quasi mai, la forza di darci l’illusione di potere continuare senza alcuna remora a vivere…
E per rendere il vivere stagione della vita irripetibile, in cui Tu incontri Te stesso una volta per tutte, occorre oscillare fra l’audace ed il prudente, come mi ha suggerito di recente Emanuele, a cui va il mio cammeo pre-chiusura fine ed arguto, tanto quanto il mio rispetto verso il suo spessore!
Si, ci siamo. Siamo giunti al fondo da rastrellare, dove rimane campeggiante questa scritta:
la vita è, in fondo, provare le cose per vedere se funzionano…