Della mia parsimonia col politically correct i miei amici sanno bene. Oramai nell’Italia della Seconda Repubblica (e forse, facendo tutti gli opportuni scongiuri, lo sarà pure nella Terza) per molti o tanti alzare la voce è un rischio e ciò comporta che si auto-limitino e pongano paletti, ma paletto più rischioso è l’omologazione allo status quo abdicando completamente alla vita sociale che abbia un senso oltre la parvenza e l’apparenza.
E’ chiaro: partecipare attivamente alla costruzione della società può esser molto faticoso poiché ti espone a critiche e contestazioni da più lati ed esser pronti al fuoco che ti torna indietro non è affare per tutti. Non si può ipotizzare di impostare una politica che metta alla berlina tutto il mondo circostante indiscriminatamente. Si deve infatti costruire prima ancora che distruggere. E se per farlo occorrerà far deflagrare le idee attraverso una rivisitazione “ascetica” quantunque dissacratoria del pensiero comune, ben venga!
Innanzitutto, senza filtri strategici e diplomatici bisogna provare a mettere in esposizione le nostre antiche e nuove debolezze da “italioti”. Un compito ben più arduo di quanto non si immagini. Una lotta a delle vere e proprie roccaforti a cui togliere, giorno dopo giorno, qualche mattoncino dalle fondamenta con l’impatto della disseminazione di cultura.
Insomma, ben più di una strategia politica: un autentico CORSO di sopravvivenza nella giungla del qualunquismo imperante. E se fosse anche una CORSA, per la sopravvivenza, in simil-fatta e cotale giungla, ben venga!! (E due…)
Io, dal canto mio, allergico alle convenienze (amo oppure odio senza compromessi) vorrei tanto oppormi fermamente alla degenerazione contenutistica del paese che ci propone, sempre più, in modo assai pericoloso la patina placcata oro della verità.
In fondo, la nostra Repubblica è paragonabile ad una grande conchiglia dei desideri che riecheggiano e si autogenerano ed alimentano reciprocamente nelle varie ere. Senza soluzione di continuità e peggio ancora, senza soluzioni costruttive da troppo tempo (per non dire da sempre).
E, miei cari “amici”, siamo tutti correi e tutti con dei limiti. Quelli che io provo ad esorcizzare facendomi catturare da un po’ di tempo a questa parte dal sapore del sapere. E se trovassimo finalmente in esso l’odore del riscatto?
Ben venga!!! (e Tre…bien)