Qual è lo sport più popolare in Italia? Il calcio direte e come risposta potrebbe starci. Ovvio. Ma in verità, se volessimo fare un’analisi più profonda scopriremmo e condivideremmo Tutti, verosimilmente, che è sport popolar-nazionale la coerenza dell’esser incoerenti!
Titolo a nove colonne sul mio blog oggi e diktat da Italietta ormai da anni, decenni, per non dire secoli.
È classico ascoltare proclami poi disattesi.
Ad onor del vero, se guardiamo anche a “cugini” europei d’oltralpe qualcosina di simile la si può scrutare, leggasi Merkel, che giorni fa sulle pagine di Repubblica, veniva dipinta come Merkiavelli in un interessante parallelismo fra le idee che l’Uomo rinascimentale teorizzava nel suo Principe e le dinamiche politico-decisionali della teutonica frau Angela.
Ma se il ritornare su proprie posizioni può esser recepito, a buon bisogno, come un processo di crescita anche culturale, in talune situazioni/contesti è pur tuttavia vero che nei nostri lidi, ciò avviene (quasi) unicamente per permanere e far radici nell’immobilismo.
Io mi auguro, che siano davvero maturi i tempi per salire di gamma e svoltare, ma lo spettro del mala tempora currunt, sed peiora parantur è dietro l’angolo.
Io vi assicuro la mia estrema volontà al che le cose cambino davvero. Non serve un uomo solo, il one man show, eroe di giornata.
Oggi, leggiamo della condanna dell’ultimo “divin cortese” della scena dei nostri anni, il Bellachioma di travagliana stesura/memoria. La sentenza di ieri è stata da tanti attesa e agognata da tempi immemori, ma senza voler scendere nella disputa/analisi politica, che ben più alte e note eminenze grigie mie amiche faranno (coraggio Stefano, Lorenzo & co.), io chioserei dicendo: è davvero il tempo del “o adesso o mai più”. Frase fatta, scontata, bagaglio dell’idiozia dell’ovvietà ma fatto sta che io mi aspetto ciò.
E quindi se guelfi e ghibellini ora si scateneranno nell’argomentare sui legami, peraltro innegabili e ancestrali, tra politica, giustizia e modo in cui usare quest’ultima, io mi soffermerò sulla politica del fare, la vera nuova bimba vivace che spero nasca da questo segmento buio di storia italica.
Senza dubbio, di luce ne sto vedendo poca, ma ciò non mi farà perdere le speranze e le motivazioni eccelse che mi spingono a voler ancora lottare per costruire, piuttosto che distruggere. A sentir la pulsione dell’etica, piuttosto che le false emozioni calamitate dall’ingordigia dei mediocri.
Mediocri che trovi ovunque, dovunque, pertunque…mediocri che la società civile rifiuta…mediocri che ahimè sono sempre lì per un assett clientelare del sistema Italia, difficilmente espugnabile, ma non per questo da considerarsi invincibile tale da farci cadere nella depressione delle idee e nell’ignavia dei progetti innovativi e vincenti.
Progetti che però non possono prescindere dal nuovo, nuovo inteso in ogni modo, non come nuovo personaggio, ribadisco.
Serve invece una nuova mentalità, plurale e condivisa. E che non sia, ovviamente, un todos caballeros ad accaparrarsi di benefit vari (economici e non).
Solo questa è la strada da percorrere, anzi l’autostrada che ci condurrà ad una vera rigogliosa Terza Repubblica.
Altrimenti sarà l’ennesimo con c’è due senza…e preferisco non terminare la frase per far conservare la speranza anche a Tanti di Voi (e di Noi) NUOVI, per l’affermazione della Nostra NUOVA MENTALITà.
Coraggio Italia!