Titolo sui generis manco a dirlo…forse perché anziché in vasche idromassaggio (il cammeo oggi è qui, nds) mi ritrovo davanti ad un PC dopo l’ennesima giornatona lavorativa…o for’anco perché la sofrologia impone un certo tipo di etichetta, vero Daniele?
In ogni caso, se all’ascolto anzi lettura vi sono dei pessimisti che siano convinti a virare su scenari da godimento, magari con l’ausilio di “sesti-senso” reconditi e sottaciuti (neppur troppo a dir il vero).
Come è ormai noto ai miei lettori, il SoMMo impera seppur senza dividere, anzi… ed il suo pensiero trova nell’affermazione e celebrazione del tutto e contrario di tutto la sua giusta e più naturale espressione. Perché la libertà di pensiero è tematica imprescindibile per il genere umano anche se, oggi, in tanti, anzi troppi, dimenticano una simile prerogativa. Ma ben venga questa sorta di unanimismo di bassa lega che mira ad alienare il contenuto a favore di atteggiamenti ripudianti il dialogo. Del resto, se nasci tondo ce ne vuole a morir quadrato…
Certo è, che una simile #derivaSociale ci conduce molto ma molto vicino allo sfacelo, uno sfacelo imperioso e senza pietà, che può appiattire inesorabilmente il “piattume del pattume”. Ecco allora che anche i più inguaribili romantici dell’ottimismo tendono a perder la bussola ed ancor più la pazienza e si lasciano trascinare delle onde del pessimismo. Ma allora (come al solito) qual è il quo vadis odierno, ovverosia la soluzione per non rimanere in balìa?
Ricette non amo darle né tanto meno imporle: imporre una fatwa è sport fin troppo inflazionato ad oggi ed è quindi ovvio che io rifugga tali scelte. Eppure, una prospettiva per il medio-lungo termine andrebbe data. Ed ecco allora, che la speranza diventa legge e soluzione al tempo stesso nella misura in cui risvegli in Noi antiche passioni, sapori e conoscenze. Ebbene sì, la conoscenza, elemento troppo utile per esser annullato dagli unanimisti di cui sopra e troppo radicato nel nostro DNA per tramontare nell’oblio dei vecchi ricordi del parentado.
E pertanto, ciò che oggigiorno sembra non darci spiragli di luce sarà a buon bisogno domani più roseo di quanto non si creda a patto che, come dice il caro amico mio futuro testimone di nozze (il termine va eviscerato per un significato più amplio di quello che apparirebbe ad una mera lettura superficiale, nds) non si butti il bimbo, ma l’acqua sporca… ma cosa fare perché questo bimbo, o meglio ancora bimba, resti (o torni ad esser) vivace? Io credo, che la risposta sia dentro ciascuno di Noi, come dicevo; il fenotipo può mascherare i reali bisogni del momento ma sottostà anch’esso alle leggi del più gerarchico geno, ovvero si legga anche che anche laddove una crisi profonda generalizzata ha raso al suolo ideologie e cultura, sarà il nerbo di ciò che abbiamo ricevuto anche prima dell’ imprinting dei tempi a dettare i futuri nostri passi, forse turandosi anco il naso o forse no, ma radicando in qualcosa di più vivido ed empatico della negazione di tutto, il nostro cervello, le nostre argute menti e la nostra vita…
Coraggio Cari Amici!