il quovadis romantico tra realtà ed irrealtà: una questione di stile!

Proviamo stasera a metter sulla griglia qualche pietanza succulenta. Tematiche forse sapide forse insipide ma da leggere attraverso gli occhi dei bimbi che hanno nell’ingenuità la loro carta vincente.

Ecco allora come si possa facilmente dedurre che il mondo, spesso vittima di se stesso, sia invece capace di trarre dalla purezza genuina dei piccoli la forza grande che per induzione porta a soluzione.

Canonico flusso di coscienza oppure delirio d’onnipotenza? Magari tra le due facce della medaglia non vi è soluzione di continuità e la soluzione di cui sopra torna ad imperversare, padrone della scena e delle parole. Ma essendo io, più adatto a scrivere che parlare, provo ora a chiedere supporto alla memoria che spesso mi soccorre ed altresì accarezza i miei teneri sogni.

Lo so mi riterrete definitivamente pazzo adesso, ma qualche illustre conosciuto più dello sconosciuto sottoscritto, anni or sono teorizzò, che fossero solo i folli i veri candidati ai cambiamenti del mondo.

Eh già, i cambiamenti: l’unica vera costante della scienza a cui neppure la sofrologia saprebbe tener testa, in un’atmosfera che in apparenza sembra tutto fuorché rassicurante. Un piano tanto perfido nella sembianza, quanto geniale nella sua strutturazione profonda e sinestetica.

Una sorta di quarto potere dell’anima che riesca magicamente a condensare i modi in cui noi reagiamo ai mutamenti e ci adattiamo alle modificazioni. Poiché seppur sia ossimorico in apparenza è quanto mai reale ragionare sul fatto che gli eventi della vita siano preda dell’irrealtà, in una tavola imbandita in cui definito ed indeterminato siano vicini di sedia con l’armonia giusta.

Eccola l’alchimia che ti permette di fare le cose che non ipotizzavi di saper fare: colei che con una bacchetta magica, spesso impolverata, sceglie in maniera abbacinante le vicende umane da consegnare all’immortalità!

Cose dell’altro mondo? No, direi semplicemente situazioni di vita oscillanti tra l’imperlarsi della fronte e l’inumidirsi delle ciglia…per un quovadis romantico, degno di quelle giornate in cui dreni consigli dalla pioggia, spesso anche solo metaforica e aneli un cielo metafisico che sappia dischiudere i boccioli della tua speranza, come in un film che sappia tenere in ostaggio milioni di sguardi e miliardi di respiri…

a patto che…

come per tutte le nostre scelte, nelle nostre azioni e come in tutta la nostra vita, sia davvero, molto spesso, anzi sempre: una questione di stile!

Pubblicato da

luigigianturco

Detto il SoMMo.

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