orografia delle prese di posizione

La mia (quasi) ossessione per la numerologia è notissima e non potevo non bloggare dopo che il 3 Febbraio per motivi diversi ha sposato l’8 e l’1…

Ragioni diverse come accennavo ma tuttavia ora non voglio su di esse più di tanto soffermarmi: dirò solo che rappresentano una sorta di prodotto nuovo in un mercato vecchio.

E voltiamo dunque pagina.

Eccolo ancora una volta il foglio bianco: un’elettrizzante sensazione per alcuni, una palla infuocata ingestibile per altri. Un po’ come coloro che sentano di avere dentro un animale allo stato brado ma non siano in grado di addomesticarlo.

Ma non divaghiamo. Si parlava di numeri o per meglio dire di giorni. E quivi, il sofrologo (“cammeino”, nds) sempre uomo di infinito rispetto nei miei confronti specie se paragonato ad altri, direbbe: <<non serve che tu conti i giorni, ma fai in modo che i giorni contino…>>

E facciamo in modo che ciò succeda, pertanto, in una sorta di apotropaico rapporto tra dono e compito, ove si possano declinare liberamente pensieri, sentimenti ed azioni.
Ingredienti semplici ma al contempo complessi, divenuti di botto sirene del riscatto di un mondo tutto declinato al sotterfugio nel quale mi muovevo con un costante e sempre più tetro grumo d’amarezza. Un infuso di frustrazione lucida intriso senza ombra di dubbio di una serie innumerevole di luridi esempi.

Ed in questo paludoso “palcoscenico” il silenzio mi sembrava esser l’unica medicina possibile. Un valido rimedio fin tanto che nella mia vita non irrompesse una forza della natura più potente dei venti e delle onde, con le sembianze di una giovane donna energica e vitale: un passaggio anabatico e magico!

Non più uno, unico e solitario ma una coppia legata a doppio filo dal connubio fra affido e fiducia, tra speranze e consegne…

Del resto, non si poteva posticipare all’infinito. L’insoddisfazione inespressa ti lavora dentro. E fare due chiacchiere con se stessi è sovente l’unica vera anabasi risolutrice per la professione, gli affetti e tutto ciò che è ego. Uno sfogo apotropaicamente abbacinante!
Ma stavolta no.
Serviva Lei, sentinella del tuo Io e facilitatrice del tuo vivere futuro, che da abile sabotatrice dei confini dell’atteso metteva in crisi le consolidate frontiere fra stupidità ed intelligenza e ti permetteva di vedere finalmente in tela il tuo disegno preparatorio per l’affresco!

E così, mentre il talentuoso diceva al maestro di rivendicare ciò che era, aggiungendo ciò in cui credeva, la piccola Fra mi insegnava a viver l’avversario come un valore, donandomi quello che tutti conoscono come il quid in più!

Che tradotto non è altro che il seguente mantra: <<Se la tua mente può percepirlo, sarà poi il cuore a crederlo; ed allora potrai compierlo, combattendo giornalmente contro la tua trasposizione e tenendo al contempo lontani gli spettri della tua ombra…>>

Grazie amore! :*

 

Pubblicato da

luigigianturco

Detto il SoMMo.

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