I bilanci di fine anno sono nel loro esser, simili e dissimili, i veri attori protagonisti della serata. Tutti inveiscono contro le brutture dell’anno precedente per innescare un apotropaico karma che diventi foriero di sorrisi per l’anno alle porte.
E’ un esercizio semi-automatico e quasi reiterato che si ripete con schema classico. Ecco dunque che anche l’annata 2018 si possa introdurre così…
<<Stessi capelli, stesso modo di muoversi, persino lo stesso cappotto, che sia Lei, ovvero ancora l’annata 2017?>>
Chissà…
Il pallino passa ora alla suggestione. Suggestioni per ognuno di Noi che faranno il resto. Orgogliose vestali di queste ultime ore di un anno dispari che da pari a pari lascerà le redini del gioco al “cugino”…pari; e pare che questa staffetta ormai da secoli, epoche ed ere se ne stia lì in un angolo piccola e defilata dalle logiche del canone edonista e di bellezza: quello che rammenta ogni volta, come l’unico possibile e degno nel calcio, il mitico Andrew a cui va il mio primo augurio 2 e 18!
E passando da volpe a vate, la suggestione mi fa vedere l’immagine di un grandissimo uomo pronto ad imprimere la sua orma nell’anno nuovo e ad esprimersi creativamente nella sua estrema semplicità come sempre solo Lui sa fare.
E che dire di Franco. Lui continuerà a sbranare ed asfaltare i momenti bui con la sua inimitabile aria faceta figlia di un vissuto serio e profondo…
Altri mille cammei vorrei dedicare ma il tempo scorre e quindi citerò quantomeno Bruno ed Aurel che in modi e stili diversi sanno segnare e segneranno anche nel 2018, vari aspetti della vita sociale ricorrendo all’impatto delle loro misurate e parche parole: vere e proprie roboanti orgie emozionali illuminanti per le mie orecchie, spesso e volentieri. Soggetti che mi fanno anche ricordare a Tutti che sarà un anno che avrà bisogno di coloro che spostano il pianoforte e non soltanto di quelli che lo suonano!
E poi verso il quovadis, immancabile nei miei scritti, un bacio andrà anche a Rebby che ha saputo in questo anno che volge al desio, strattonare il mio animo come non succedeva da anni…
Il cammeo finale però, lo voglio regalare anche ad un mio fratello acquisito, Luca, che un mesetto fa con un agguato improvviso teso dal Destino ha perso il padre, uomo probo che le mie suggestioni rammentano in varie tappe della nostra adolescenza, come fosse un familiare…ad Aldo il mio abbraccio urlerà grazie per un grande insegnamento, fra i tanti:
<<In una vita in cui domina questo il contrario di questo ed anche di più. In un mondo che ci porta a correre all’impazzata per fuga o per affermazione, ma comunque sempre alla ricerca di una ragione d’esser, non bisogna mai dimenticare ciò che sembra ammantato dalla nebbia di un’utopia: l’importanza di godersi i momenti che non tornano!>>
Ed è con questo insegnamento mentre il vento spazza vie le lattine che voglio salutarvi!