Questione di…21 grammi

La vita è fatta di numeri, spesso; numeri che il più delle volte sono impietosi e possono uccidere, così come le parole. E allora che fare?

Le scelte, quasi sempre, sono figlie dell’esperienza, talvolta nascono di getto ma non per questo sono degne di minore stima, anzi…ma ognuno di Noi nel timore della decisione attua il suo personale schema, la sua personale ricetta, lancia i dadi in aria e…les jeux sont fait, come direbbero in una delle città che amo di più (e partiamo coi miei soliti omaggi, nds).

Ciò che spaventa però, è che in tanti, troppi, di fronte al bivio della decisione, decidono di non decidere che filosoficamente parlando o sofrologicamente (come direbbe il mio collega Daniele) potrebbe starci come decisional making process in sé e per sé. Purtuttavia, nella mia concezione di vita una simile condotta stona e merita di esser “sfiduciata” per dirla in termini politichesi da aule parlamentari.

Questione di empatia, di modus operandi reietto ai qualunquisti perbenisti, sostenitori a pieno titolo di ciò che a chiacchiere rinnegano giorno & notte/notte & giorno. Nella vita, infatti e peraltro, o li hai gli attributi oppure no, o conti davvero qualcosa oppure no, o sei un vero Uomo oppure ne provi a recitare la parte ma rimani un banale e sordido quaquaraquà. Eppure, a volte, nell’analisi temporo-spaziale limitata, i vincitori appaiono questi ominicchi, salvo poi ricredersi ed esser illuminati allorquando il castello di carta costruito artatamente e con espedienti vari (anche e specie di dubbia “provenienza”) decade e si possono raccoglier solo le macerie. E’ lì che subentra la forza delle idee di coloro che erano stati messi in un angolo; lo spirito giusto, genuino e spontaneo foriero di grandi risultati ed al tempo stesso quindi grande risorsa da spendere.

Ora ci sarebbe da chiedere quindi, in pieno stile dipietrista, che ci azzeccano i numeri con tutto quanto è stato scritto?

Risposta telegrafica ma lapalissiana se vogliamo: questione di 21… (eccolo il numerello fortunato!) grammi. In tanti avranno già colto la metafora, mediata anche da una delle mie tante passioni, ovvero il cinema… ma a beneficio di chi stesse approcciando alla lettura con la palpebra calante, chiedo: “Cosa può pesare una simile inezia?” (lo zio Ric saprebbe…altro cammeo odierno, nds).

Ci sarebbe da lasciare la suspense ma poi oltre agli odi già guadagnatimi in anni e anni “sul campo” mi tirerei dietro anche le vostre invettive e “maledizioni” e pertanto per amore del mio pubblico on-line vado al sodo e scomodando il tanto che basta sir Alejandro Gonzalez uso il suo film a spiegazione: 21 grammi non è altro che il peso dell’anima…per chi la possiede ovvio…

E pertanto, ecco svelate tutte le differenze di cui sopra e il motivo di un mio recente post facebookiano

Un caro saluto Cari Amici!

Pubblicato da

luigigianturco

Detto il SoMMo.

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