E’ facile partire, fai due valigie e fuggi ma c’è un però…se non hai la valigetta coi codici della vita ti ritrovi di fronte al dilemma che ieri sera mi segnalava il caro ZioRic (#cammeo #incoming ovviamente): meglio salvare il culo o la faccia? “Spesso però la differenza l’è sottile caro Dok…”
Il saggio Ric ha ragione perché spesso ai più sfugge che il linguaggio della vita non abbia nazionalità, colore ma solo pulsione e passione, motivazione e rispetto. Ecco: rispetto! Ai più sfugge anche ciò ma prima o poi la #redderationem giunge per tutti e se decidi di concorrere con il sole per chi stia al centro dell’universo devi avere molte certezze ma ancor più tanto rispetto…
Spesso mi soffermo a riflettere sul carico di dolore ed amarezza che avvelena gli uomini e la vita mi fornisce quasi giornalmente spartiti più o meno attesi. Di base, non mi scaglio mai contro chi o che cosa stile tribunale dell’Inquisizione: c’è sempre un perché nelle scelte, nei gesti, nelle manifestazioni; certo, troppo sovente capita di rimaner delusi da “musicisti” inesperti e/o troppo presuntuosi a cui quegli spartiti forse sono spariti prima ancora di leggerli e vanno ora a solfeggiare nelle steppe della loro desolazione gettando sconquasso qua e la senza apparente senso…
Del resto, se decidi e vuoi superare un ragionevole equilibrio devi avere nelle corde le vere capacità, altrimenti non sarà oggi, né magari domani, ma soccomberai ahimè…sopravvivere in assenza di grazia è cosa da sommi e di sicuro non per chi scambia la furbizia con l’ostentazione della libertà o peggio ancora per ciò che Stella (e stavolta non sei Tu Daniele ma una tua grande penna omonima) definirebbe ingordigia dei mediocri. Personaggi che di coperte di Linus ne hanno consumate più di quanto sappiano in cultura ed ora rimasti senza iniziano ad arrancare…
Fatto sta che decisioni forti quantunque coraggiose rimangano fini a se stesse perché di coraggio e forza non hanno più manco l’infarinatura; c’è solo l’imbecille parvenza di una convinzione spocchiosa che ha intrapreso una strada senza soluzione di continuità verso un estremo e (magari) definitivo distacco dal corpo e peggio ancora dalla realtà…
Per cui quovadis?
Delle due l’una: o è testa o è croce…bisogna solo ricostruire le tracce del tempo! E se uscirà testa si avrà l’apoteosi, se croce l’implosione…cari Amici purtroppo vi è uscita croce: #goodluck!