a Rebecca

Fino a pochi giorni fa, la domanda e per di più molto frequente, era: come festeggerai i 40?

Chi mi segue, specie sui social, sa quale siano stati i miei festeggiamenti da genetliaco ed infatti non sarà quello il cruciale del topic odierno. Anche perché, come già scrissi di recente, ormai non riesco più a dedicare tanto tempo al blog ed il 40° è ben che andato. Ma sapete anche quanto io ami suggellare momenti ed attimi con i miei flussi-di-coscienza.

Comunque, nei giorni antecedenti il mio compleanno in tanti hanno risposto alla trovata fuori-dalle-righe del “quiz-SoMMo”. E dalle Vostre risposte è nata la riflessione odierna, sedimentata nelle emozioni vissute accanto alla mia donna negli ultimi giorni.

Ora occorrerebbe però un Virgilio prestato al racconto della mia e della sua storia, perché altrimenti…

Proverò a farlo io anche se sono consapevole che nonostante io abbia sempre una risposta in bocca non necessariamente sia quella giusta. Fossi il Vate o Andre…

Ma gettiamoci nella riflessione!
Tutto quello che crediamo di aver dimenticato lavora nell’inconscio e con la forza d’urto resiste, resiste all’oblio, in un luogo sotterraneo della memoria. Poi all’improvviso anche quello che era solo inimmaginabile nel presente riaffiora e ricompone tutto. Una storia di cui ci si riappropria non va però vissuta come un mito ma può e deve essere un patto per il futuro!

Il fascino della frase poco sopra menzionata è ineludibile e può esser, a buon bisogno, l’editto de “i miei primi 40 anni”, virgolettati così davanti ad una birretta dai mentor Volpe e Vate che li accostavano, in tale versione, al titolo di un film.
Un giorno o l’altro, celebrerò sul blog lo stato dell’arte e delle arti del trio ardimentoso Vate, Volpe, Sommo: ovverosia un maledetto quarto di dozzina!
Ma per oggi transeat e riprendiamo con il filo (semi)perso nelle mie consuete mille parentesi…
Se non fossi venuto su al Nord degli ultimi 10 anni ne avrei buttati via 8 magari.
Nacque così infatti quell’osmosi eccezionale tra me e Milano che ancora mi anima nelle energie creative da esteriorizzare e negli affetti più intimi. Una continua ricerca delle verità nascoste anche e persino all’interno delle mie contraddizioni. Un viaggio magnifico a tratti contro tutti e tutto, in un antagonismo corsaro nei confronti del pressapochismo.
Ed è sensazionale che chiunque entri in contatto con me non rimanga “illeso” e ciò potrebbero confermarlo sia mestieranti dell’università della strada che attori navigati con cravattino e gessato in perfetto stile anni 30, altro che 40…

Non fa eccezione, pertanto, nemmeno Rebecca che probabilmente è riuscita con i suoi tanti assi nella manica a tenere botta e tenermi testa. Tra tutti i suoi jolly ne citerei uno solo però: il magnetico carisma in suo possesso frutto della commistione perfetta fra influenze paterne e materne. Un carisma sottotraccia che via via io sto scoprendo ed ammirando nella sua improbabile ed imprevista credibilità!

Che per un uomo che (spesso) non prende NO per una risposta è tutto dire!

Ecco dunque che il mio storytelling esistenziale da eroe ingrigito al fronte possa invece dormire sonni tranquilli per altri tanti anni.
Merito di Rebecca, a cui affido un mio sogno della candelina degli anta: non voglio esser una stella che si spenga al mattino quando si fa giorno ma durare a lungo da vera leggenda…

e grazie Te lo farò!

Pubblicato da

luigigianturco

Detto il SoMMo.

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