vita ed interazioni umane, fra sorprese attese ed abitudini inaspettate

Questa riflessione è ardua e non facile da dipanare. Magari alla fine non riuscirò ad abbattere la quercia di Odino che mi sono posto…chissà…

Ma l’analisi degli ultimi giorni è diventata un tintinnio d’acqua nella notte che ha finito per scavare un tunnel inimmaginabile dal nulla, un cunicolo che ha provato a tirar fuori dai comportamenti umani ciò che nessuno ha davvero mai la voglia di affrontare, forse…ecco dunque, che la legge della natura personificatasi in quella goccia reiterante ha tratto non solo il dado ma un risultato: muoverti da quel torpore pigro che nei momenti bui o semi-tali ti fa osservare un presente claudicante, dimenticare il passato bello ed incentivare nel futuro le brutture e le angosce delle trame pregresse.

Spesso in simili frangenti servono le cosiddette “cose fuori dal libro” che ti portano ad accettare l’idea di seguire una contro-tendenza e di derubricare le negatività ponendole in un angolo; usando un sinonimo esistenziale il fuori dalle regole consta unicamente di fattori personali, quelli in grado di tirarti fuori da tutte le situazioni senza se ne ma, quelli in grado di donare vitalità alle scintille fatte scoccare a buon bisogno da amici, conoscenti ed affetti più cari.

Tutti Noi ne abbiamo e dobbiamo saperle scorgere in quel sentiero chiamato vita!

Eh già la vita, quel crocevia di intrecci con sensi unici spesso variabili altrettante volte alternati, tali da non poter mai esser totalmente né tanto meno continuamente comprensibili. Ed allora il passo epico quello da tener sempre in tasca non può che essere il seguente:

vita ed interazioni umane, fra sorprese attese ed abitudini inaspettate…

Il titolo di questo mio ennesimo tentativo di imitare Joyce, magari in modo molto maldestro, ma come sempre genuino vuole rimembrarci una delle inalienabili leggi dell’esistenza, ove ciò che ci sorprende spesso è, se non atteso attendibile, ed al contempo, nel routinario del più o meno lento/veloce fluire dei giorni ci si ritrovi ad affrontare innumerevoli snodi in cui non avremmo mai immaginato di essere. Appare impossibile eppure è proprio l’abitudine che sovente ci delude e tradisce e mentre ci stordisce con l’inspiegabile, ci chiude in faccia una porta, che per molti è anche l’ennesima (o appare tale).

Delle due l’una, pertanto: o cedere alla contraddizione dell’abitudine che agognava smaniosa, attraverso mille atteggiamenti cortocircuitanti, un simile palcoscenico di tradimento oppure imbattersi ed inserirsi con forza nel contraddittorio della disputa, da rosso e nero, fra assuefazione alla catabasi e meraviglia irruente dell’anabasi.

E’ qui che deve uscire il nostro quovadis risolutivo, lo spunto di fare quel quid in più rispetto a tutto ciò che fin li hai fatto, perché anche senza scomodare Nietzsche era segno che dovesse andare così, un copione fatto di dolore e reazione, in cui il sensazionalismo riflessivo può metter k.o. la tentazione di cedere all’immobilismo, lo spettro davvero tetro che sarebbe in grado di uccidere tutti i tuoi più intimi talenti, che saranno invece i tuoi figli legittimi, le tue vivaci creature, le tue preziose risorse verso l’abbacinante riscatto del tuo piccolo grande mondo affettivo!

Pubblicato da

luigigianturco

Detto il SoMMo.

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