In un noto film comico sul finale di una festa di Natale giungeva la chiosa inaspettata del capofamiglia che con un fare, faceto e scontroso al tempo stesso, smantellava tutta la raffinata architettura del festare medesimo.
La mia intro potrebbe portare fuori strada in quanto voglio un tripudio e non un ripudio del Natale appena trascorso. Un tripudio ovviamente non banale e come mia consuetudine ragionato nelle pieghe o se preferite compitato tra le righe del mio blog, il modo che prediligo per asciugare la realtà da qualsiasi complessità…
Una realtà che sui finali ci ha abituato spesse volte ad assaporare più l’amaro che altro e non si tratta di digestivi qui, quanto di una sorta di vizio storico che tarpa a mo’ di sortilegio motivazionale l’avvento di una nuova stagione produttiva facendo prevalere nelle tessere della mente fotografie raffiguranti bagliori destinati a spegnersi. Ma l’anabasi che è vita vorrebbe ed anelerebbe, invece, risposte da 4 Luglio…
Non ho abusato del vino e non sto nemmeno dando i numeri: è il mio stile e chi mi segue da un po’ sa che ci sia sempre e comunque metodo anche nella mia follia d’espressione.
Sono io: guardo, ascolto, incamero e sviluppo!
E tornando alla scena iniziale potrei suggerirvi che le feste spesso sono vissute in maniera palindroma nella loro esplosività (quasi) implodente che sfoggia da un lato buchi neri capaci di resettare ed inghiottire tutto e dall’altro istinti che prendono il sopravvento, tra tappi che svettano e così facendo si impongono fissando nei flash attimi che diventano storia…
Sodalizi emozionali che senza senza sforzi apparenti né tanto meno accenni di brutalità vanno ad incastonare i sentimenti nell’empatia!
Ecco allora che si possano relegare in un angolo tutte le discrasie di un mondo che anziché badare alla sostanza si occupa dell’apparenza della regola dei regali, mentre in un’altra stanza in modo sottaciuto e carbonaro celebra contumelie, cacce alle streghe e cospirazioni. Un peripleo “guazzabuglioso” dove ormai vogliono farci credere che neanche i cani muovano la coda per niente, benché chi si faccia fautore di simili diktat azzecchi un congiuntivo ogni lustro, il che è tutto dire…
Ma a questa accozzaglia di vacuità e consumismo sfrenato non sai (mai) quale quovadis contrapporre.
La ricetta a casa Gianturco funziona da sempre più o meno così: Lui sa cosa fare e Lei come fare, da uomo e donna, padre e madre di rarissima intelligenza, di generazione in generazione.
La storia di tanti Natali a casa nostra per l’appunto.
Cambiano alcuni volti ma un po’ come nei mantra lo spartito mantiene sempre una ineludibile forza spartiacque come quella che avevano pochi o molti anni or sono alcune avanguardie rock che sapevano a menadito il modo per buttarsi alle spalle problemi e mugugni, e realizzare desideri!