Di recente, seppur nello scorso anno, vi ho stuzzicato con qualche ipotesi di titolo per il mio blog, la mia vera creatura che mi permette periodicamente di lasciarmi andare non distinguendo più la realtà dalla fantasia, forse, ma al tempo stesso fornendomi quella libertà che ti riempie i polmoni.
Un respiro emozionale che catturerebbe anche un epicureo di vecchia o nuova data, di antico o nuovo anno…eh già, ci siamo da poco lasciati alle spalle un bisesto molto funesto per quel che mi riguarda, benché mi abbia fornito un’irragionevole certezza che alberga nel mio cuore da ormai undici mesi e che ha permesso anche a me, anticlimatico dalla simbiosi imperfetta, di iniziare ad arabescare a quattro mani le mie imprese…
Leggendo tra i ritagli della vita, infatti, troppo spesso il mio cuore si sentiva assiso sull’ultimo piolo della scala dei sentimenti e si chiudeva in sé, evitando la risalita a cui sembrava venissero reclamati solo orrendi tributi.
Una realtà con le tinte dello ieri che adesso sa finalmente che non esista alcuna azione che possa destare un sospetto o generare uno spavento tale, da congelare talento, ambizione e prospettive.
Sfoghi onirici? Forse…
Pur tuttavia, il quovadis odierno rimanda a memoria una serie di frasi dirompenti che entrando nella slavina del ritmo dei calorosi abbracci nonché nella musicalità degli abbacinanti sguardi hanno saputo contrastare innumerevoli traversie con le sembianze di autentiche piaghe d’Egitto.
Nothing more, nothing less (avrebbe detto Louis, nds) per generare un cotale uragano emozionale e sconfiggere coloro che stavano reiterando nell’oltraggio alla mia pazienza, resosi alla fine però, incapace di ottenebrare la mia resilienza!
Ho vagato molto tra alfa ed omega in una sorta di dibattito stagionale, tra me e la mia interiorità, di quelli del tutto o nulla, bianco o nero, arte o scienza. Cercavo con affanno la rotta di un percorso che mi portasse a riconquistare la normalità o qualcosa che vi assomigliasse molto ed ero purtroppo inconsapevole di quanta scienza acquisissi dalle mille forme esperienziali toccate e forse anche solo sfiorate nel fluire dei giorni accanto a chi sapeva meglio di me il mio spartito interiore: un direttore d’orchestra che sapeva a menadito che il sangue caldo spesso vada rallentato per rimetter tutto nella giusta prospettiva.
Mi occorreva (semplicemente) un personaggio di quelli dei film che sanno benissimo come fare a cambiare ritmo alle storie che stanno languendo sconfiggendo i pariah dentro di Noi…
Un personaggio che è stato passato nel 2016, è presente nel 2017 e sarà sicuramente futuro!