Tutti Noi sappiamo che la sera spesso serpeggi una voglia quasi spasmodica di soffermarsi attorno ai grandi dilemmi dell’esistenza.
Alcune sere or sono, ad esempio, un mio sempre grande ispiratore di concetti quale Andrew mi suggeriva che l’unico modo per scoprire i limiti del possibile è oltrepassarli finendo nell’impossibile…
Forse.
Direbbe il puntiglioso quanto mai preciso Vate.
Mentre Franco, altro mio grande mentor aggiungerebbe con stile jamaicano: “Perchè dobbiamo parlare di una tale contrapposizione? Molto meglio spostare il focus della riflessione altrove, ovvero sul come vivere tali bivi decisionali…”
Traslando.
Si passa spesso una vita alla ricerca della persona migliore per esprimere le proprie esigenze di vita, ma questa ricerca spasmodica verso la consonanza esistenziale ci conduce quasi sempre sul versante opposto: ingorghi esistenziali in cui siamo in balia dell’iper-rimuginazione che nella pratica è proprio la causa del nostro “non-riflettere”; o meglio, del farlo SENZA una vision che abbia un senso.
Ecco allora che tornando alla puntualizzazione di Franco si potrebbe sconfinare nel
la sensazione più bella che possiamo provare è il mistero
entità emozionale alla base delle scelte dicotomiche di cui sopra, ma anche e soprattutto vera essenza vitale per arte e scienze.
E che cos’è la vita se non una forma scientificamente provata di espressione d’arti a tutto tondo in modalità a tratti devastanti, a tratti folgorate dall’incuria?
Partendo da tali assunti, Tutti Noi attribuiamo (moltiplicando ed ingigantendo) i nostri problemi e le nostre ansie ad elementi di vissuto esterni al nostro essere mentre sarebbe lecito per non dir prezioso riflettere sulle tante nostre risorse interne. Un connubio di mille sfaccettature possibili da contrapporre alle messe in scena di mondi impossibili figli della quotidianità vacua.
Viviamo, infatti, sempre più in una social-sfera che ci esteriorizza senza estrinsecarci. Tuttavia è nel nostro intimo che possiamo trovare il giusto ultimo miglio!
Dentro di Noi abbiamo la forza deflagrante di un candelotto di dinamite ma purtroppo passiamo il tempo a nasconderlo in un gioco al massacro, spesso: un rincorrersi SENZA vedersi che rende più difficile organizzare cotale incontro di quanto non si possa trovare un orso polare nel Gabon…
Bene. Jamaican question anziché answer adesso: “Vi ho messo sufficientemente in crisi nelle vostre idee di fondo (e ben radicate)? Vi brucia finalmente quel non so che di quid nella vostra coscienza e nella vostra mente?”
Ci siamo, dunque. Nulla più occorre al mio odierno quovadis…
Lo spartiacque ornitologico è stato calato: o falco o colomba per affrontare a mani nude la vita riempiendo gli otri che meglio rispondono alle nostre esigenze esteriori con la “forma mentis” del nostro cuoio interiore: quello in cui risiede la nostra vera serenità!