l’avventura proibita dei probi

Mi stavo ponendo, nel mio oziare affaccendato, una serie di interrogativi in parte esistenziali, in parte no. Sarebbe da indicare la Musa ispiratrice di un simil panegirico, forse…ma tuttavia, stavolta il la lo impartisce una frase in apparenza banale quale un “non ci siamo…”

Ecco che dunque lo sguardo trasli e mi conduca in un altro sempre fervido teatro delle operazioni: quelle dei pensieri più intimi ed imperscrutabili che guerreggiano ogni giorno creando in parte, loro stessi, delle linee Maginot insuperabili. Un viaggio, quindi, più che mai interessante con un’unica chiave di volta vincente quale lo scrutare la realtà in modo diverso, una maniera che ci “costringa” a contemplare di più il contorno, i dettagli, le minuzie seppur molto spesso inintelligibili.

Succede allora che saltino come fossero lucchetti di marzapane proverbi noti, che l’acrimonia verso l’ingiustizia e meglio ancora le…ingiustizie si elevi all’ennesima potenza grazie ad automatismi magari sopiti ma mai cancellati.

Ovvio che a molti, anche a soggetti molto vicini per motivi non sempre e solo di ordine geografico, un simile discorso possa risultare indigesto ma bisogna ricordare che il periscopio emotivo sempre tanto influente in ogni gesto e azione, non possa però regolare il flusso del tempo con la linearità di un metronomo cieco ma debba esser invece evocata e/o quasi invocata una circolarità visionaria che forse solo un direttore d’orchestra schizoide, giganteggiando tra note silenziose e pause rumorose, ci potrebbe regalare…

Di sicuro, non è propedeutico esser nostalgici ma l’assenza di parte romantica ed umana dalle innumerevoli cose odierne spinge il denaro oltre lo steccato dei sentimenti e gioco-forza ti risucchia energie vitali e ti porta fuori strada. Ecco che puoi perder la trebisonda e vagare senza meta in una sfida con la vita da rosso o nero, fortemente zigana… con un distacco senza senso ma al contempo con tanti se e ma, fioccanti e ficcanti.

La ricetta, a prima vista, potrebbe apparire irrealizzabile ed il quovadis odierno più che superlativamente impossibile.

Ma così come un romanziere riesce a calibrare opportunamente poesia ed epica scegliendo semplicemente dallo scrigno delle proprie nozioni che aveva preliminarmente condito col pathos dell’ispirazione a noi non resta che rimembrare dolcemente lunghezze d’onda magari d’altri tempi che hanno nell’intrinseca semplicità il sale dell’espressione e trovano la forza, a volte non così visibile, nell’atto celebrativo dell’onestà intellettuale!

E’ questa l’avventura proibita dei probi che ci chiama a risponder presente quando meno te lo aspetti…

Starà quindi a Noi il compito di farci capire mettendo in campo coraggio ed empatia, ove se il primo è il padre la seconda è ovviamente la madre che ci suggerirà sorridendo (in modo quanto mai materno) di indossare i panni del romanziere in parte un po’ censore agendo con le sembianze del mai eccessivo ma sempre sopra un certo livello, elegante sì ma pur anco disinvolto, cortese ed al tempo stesso intraprendente…

Pubblicato da

luigigianturco

Detto il SoMMo.

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